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15 luglio 2015

Raddoppiare la produzione mondiale di cibo tornando alla vita di campagna.

In tutto il mondo, piccoli agricoltori vengono costretti a cedere le loro terre alle grandi aziende agricole e questo sarebbe giustificato dalla necessità di "sfamare il mondo". Sono, però, le piccole realtà a produrre la maggior quantità di cibo e più terra viene loro sottratta, più la fame globale cresce. Restituiamo ai contadini la loro terra!
Raddoppiare la produzione mondiale di cibo tornando alla vita di campagna
Colori e sapori come ricompensa del duro lavoro.
Forse non tutti sanno che molte fonti ritengono che sia possibile raddoppiare la produzione mondiale di cibo tornando alla vita di campagna e producendo individualmente ciò che necessitiamo.
Le Nazioni Unite, per esempio, hanno dichiarato l'anno 2014 Anno Internazionale delle aziende agricole familiari e, su questa scia, la FAO ha rilasciato l'annuale "State of Food and Agriculture", che, quest'anno, è dedicato al coltivo familiare.
Il coltivo familiare, dice la FAO, gestisce il 70-80% delle terre agricole mondiali e produce l'80% del cibo globale.

La realtà dei fatti, come in Kenya, Brasile, Cina o Spagna, mostra, però, come gli abitanti della campagna siano marginalizzati, minacciati, sfollati, picchiati e a volte uccisi da una schiera di potenti attori che desiderano ardentemente la loro terra.

Una recente ricerca di GRAIN, che ha esaminato dati provenienti da tutto il mondo, ha scoperto che questi fantomatici piccoli agricoltori, che sfamano il mondo, in realtà possiedono solo il 24% delle terre mondiali coltivabili (o solo il 17% se si escludono Cina e India).

Come può, quindi, la FAO sostenere che il coltivo familiare occupi il 70-80% delle terre?
Nello stessa relazione, la FAO dichiara che solo l'1% di tutte le aziende agricole del mondo risulta essere più esteso di 50 ettari e che queste poche imprese controllano il 65% delle terre mondiali coltivabili; una visione sicuramente più in linea con la ricerca di GRAIN.

Ma cos'è un "coltivo familiare"?


Raddoppiare la produzione mondiale di cibo tornando alla vita di campagna
Tipico orto familiare per sfamare 4 persone.
La confusione nasce da come la FAO interpreti il concetto di coltivo familiare, che viene definito rigidamente come "Azienda agricola a gestione individuale o familiare".
Per portare un esempio, in Argentina è presente un'enorme azienda individuale di Soja, il cui proprietario vive a Bueno Aires, ed è classificata come azienda agricola familiare!

Per non parlare della tentacolare Hacienda Luisita, di proprietà della potente famiglia Cojuanco, nelle Isole Filippine, che è il decennale epicentro degli scontri nazionali per la riforma agraria? Si può definire "coltivo familiare"?

Se per definire le dimensioni di un'azienda ci si basa solo sul numero di intestatari dell'azienda stessa, si finisce per mascherare le iniquità, le ingiustizie e i problemi che i piccoli produttori del mondo sono costretti ad affrontare ogni giorno.
Questo permette alla FAO di dipingere uno scenario roseo e ignorare convenientemente i più importanti fattori che affliggono la capacità dei piccoli agricoltori di produrre cibo, tra i quali la mancanza di accesso alla terra.

Nonostante questo, la FAO focalizza il suo discorso su come i piccoli agricoltori dovrebbero innovarsi e diventare più produttivi.

I piccoli produttori hanno sempre meno terra.

La vertiginosa espansione delle piantagioni in "monocoltura" e l'abbandono delle terre da parte dei giovani di tutto il mondo sono i due principali fattori che inducono la piccola produzione a detenere una percentuale sempre minore di terra.


Raddoppiare la produzione mondiale di cibo tornando alla vita di campagna
Macchine al lavoro nelle coltivazioni estensive.
Negli ultimi 50 anni, qualcosa come 140 milioni di ettari è stato strappato ai piccoli proprietari da parte di solo 4 differenti tipologie di monocoltura intensiva: soia, olio di palma, colza e canna da zucchero. E la tendenza è in continuo aumento.

Gli esperti predicono che, nelle prossime decadi, l'estensione globale del coltivo di olio di palma sarà raddoppiata e quella di soia sarà cresciuta di un terzo. Queste coltivazioni non sfamano le persone. Esse servono a ingrassare il settore agro-industriale.

Molta altra terra è stata sottratta al coltivo familiare, da parte di banche e investitori, sopratutto per la realizzazione di impianti elettrici ad energia solare e non.

Piccolo è bello.... e produttivo!

Nonostante abbiano poca terra a disposizione, i piccoli produttori stanno sfamando il pianeta.
Si, sembra un paradosso, ma tutto ciò è possibile perché, spesso, il coltivo familiare risulta essere più produttivo che quello estensivo.


Raddoppiare la produzione mondiale di cibo tornando alla vita di campagna
Orticoltura in Lower Nyando, Kenya.
Se paragonassimo la produzione dei piccoli coltivatori Kenioti con quella delle nazioni che operano su larga scala, noteremmo subito che il coltivo familiare duplica la produzione e in Centro America produce il triplo! Se le enormi coltivazioni russe fossero produttive come il coltivo familiare, il prodotto uscente sarebbe sei volte maggiore!

Un altro motivo poiché i piccoli coltivatori stiano sfamando il pianeta è legato al fatto che la produzione del cibo è la loro priorità (per sfamare loro stessi) e tendono a focalizzarsi molto nel mercato locale o nazionale, quindi non compaiono nelle statistiche degli scambi commerciali internazionali, ma arrivano direttamente dove c'è bisogno: la bocca degli affamati.

Se questi processi di espropriazione della terra continueranno, non sarà più importante quanto i piccoli agricoltori siano produttivi; essi non saranno più sufficienti a sfamare il pianeta.

I dati mostrano come all'aumentare della concentrazione di moltissima terra agricola nelle mani di poche persone corrisponda l'aumentare quotidiano delle persone che soffre la fame.

In accordo con uno studio delle Nazioni Unite, politiche mirate a sostegno dei piccoli produttori locali potrebbero raddoppiare la produzione di cibo nei prossimi 10 anni e aiutarli a mantenere viva la biodiversità, l'ecosistema e le economie locali.

Le riforme agrarie devono muoversi in questa direzione!

Per raddoppiare la produzione mondiale di cibo, dobbiamo supportare i piccoli coltivatori.

Esperti e agenzie di sviluppo dicono costantemente che sarà necessario raddoppiare la quantità di cibo nei prossimi decenni. Per fare ciò, usualmente consigliano un mix tra scambi internazionali, liberalizzazione degli investimenti e nuove tecnologie.
In realtà, ciò soddisfa quasi solo gli interessi delle multinazionali e potrebbe creare più disuguaglianza sociale di quanta ve ne sia già. La vera soluzione è riportare il controllo delle terre nelle mani dei piccoli produttori e attivare politiche a loro sostegno.

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